
RINASCO.
Il discorso del Sindaco Mario Scagnetti
San Ginesio, sabato 22 luglio 2017
San Ginesio, 8.000 abitanti, 80 kmq di territorio 700 metri sul livello del mare. Centro di cultura, istruzione e formazione da sempre. La scuola normale presente fin dal 1881, poi divenuta le nostre magistrali.
Una delle più antiche tradizioni teatrali con un teatro ligneo fin dal 1547 e il suo patrono, san Ginesio santo protettore degli attori, mimi e musici. Una Città ricca di arte e di storia.
Patria di Alberico Gentili ideatore del diritto internazionale, consigliere della regina Elisabetta docente di diritto civile presso l’università di Oxford.
Città in piena salute.
Attenzione: Sono dati dei primi anni 60 e riferibili alla maggior parte dei territori degli appennini.
Che cosa ha perso nel frattempo questo territorio: Ha perso vivacità ed energia.
Si è spenta la vivacità a causa del venir meno della prospettiva. La vivacità necessita di uno sguardo sul futuro.
Questi paesi non hanno più uno sguardo sul futuro perché esso è necessariamente legato ai programmi, agli obietti, ai sogni.
E’ legato alla gioventù che programma la propria vita e quella dei loro figli.
Il miracolo del dopo guerra è stato la voglia di futuro che tutti avevano.
Oggi parliamo molto spesso di post terremo, del sisma del 24 agosto, del 26 e del 30 ottobre ma io credo che il sisma nei nostri territori sia presente ininterrottamente dalla prima metà degli anni 60. Senza scosse e quindi subdolo ed invisibile che consuma dal di dentro.
Dal 1936 al 1951, in 15 anni San Ginesio perde solo 138 unità, dal 1951 al 1971, quasi nello stesso lasso di tempo, san Ginesio perde 2730 unità. Questo è il vero terremoto da cui questi territori non si sono più ripresi…….Un terremoto sociale ben più grave dell’attuale dovuto alla mancanza di prospettive e alla mancanza di lavoro. Perdiamo definitivamente pezzi della nostra comunità, perdiamo le famiglie giovani che vanno verso la costa, verso il distretto della calzatura privando la comunità d’origine della loro intraprendenza e vivacità tanto che sono arrivato a pensare, che, oramai, più o meno inconsciamente questi territori avessero accettato di lasciarsi andare come se non fosse possibile RINASCERE, ritornare ad essere non come eravamo prima ma ciò che eravamo prima: un punto riferimento.
Poi ad un certo punto della nostra storia, prepotente arriva un 6.5.
Un disastro!
Oltre 1000 sfollati, il 100% del patrimonio religioso inutilizzabile, il 100% del patrimonio pubblico inutilizzabile e in totale, il 68% dell’intero patrimonio immobiliare del territorio non utilizzabile. Perse quattro scuole su sei.
In questo periodo però è stata evidente la grandezza dell’animo umano.
Quanta solidarietà abbiamo avuto e quante relazioni umane sono nate, dalle quali poi, come conseguenza naturale nascono progetti.
Desidero citare l’Università di Camerino ma anche la Compagnia delle Opere insieme alle quali stiamo già immaginando qualche cosa di importante.
Oggi queste relazioni sono la ricchezza più grande da mettere a disposizione di questo territorio.
E’ un piacere e una fortuna, nonché un grandissimo stimolo avere la possibilità di andare incontro al futuro insieme a voi.
Essere coinvolti dalla Fondazione Merloni, da Francesca Merloni che ringrazio per la sua vicinanza, avere la possibilità di un alto contraddittorio che ci impedisca di morire delle nostre convinzioni.
Avere riferimenti di così alta cultura e visione, il tutto sotto lo sguardo dell’ Unesco il cui direttore generale Irina Bokova ci ha voluto onorare della sua presenza, permetterà a questi territori di rinascere interpretando il loro ruolo adeguato al XXI° secolo.
San Ginesio vuole rinascere rinnovando la sua esperienza nella istruzione, nella formazione, nella valorizzazione dei laboratori artigianali, essendo anche sede dell’unica scuola professionale della lavorazione legno del centro Italia e vuole anche essere sede di pensiero ed innovazione verso nuove forme di lavoro compatibili con il nostro territorio.
San Ginesio come città laboratorio Unesco per lo sviluppo dell’appennino.
L’innovazione e la tecnologia ci salveranno. Ne sono convinto.
Oggi abbiamo fatto il primo passo. La strada è lunghissima ma importante è sapere quale prendere, dove andare, con chi percorrerla e percorrerla con decisione.
Non amiamo lamentarci e non ci piace cercare alibi ma questa volta sappiamo con certezza che pur immaginando la strada, se non la percorreremo insieme, non ce la faremo perché intorno a questi territori c’è troppo silenzio e le discussioni ed i programmi troppo spesso perdono forza lungo la strada.
Questi territori devono vivere per se stessi e perché dalla loro rinascita dipende la sostenibilità delle vicine città di riferimento.
Sarà un bel cammino, entusiasmante, facciamolo insieme.
Grazie